Anno: 2019
Luogo: Trieste
RAGGRUPPAMENTO VINCITORE
Architetto Guillermo Vázquez Consuegra
Politecnica Ingegneria e Architettura Soc. Coop
Consilium Srl
Cooprogetti Scrl
Mads & Associati
Re.Te Realizzazioni Tecniche Srl
SGM Consulting Srl
Restauratrice Monica Endrizzi
Architetto Filippo Lambertucci
Importo lavori: 19.939.917,22 €
Dimensioni: 20.000 mq
PROGETTAZIONE ESECUTIVA
Anno: 2020 – 2021
ESECUZIONE
Anno: 2022 – 2024
IMPRESA AFFIDATARIA
Edilcostruzioni Group srl
REFERENTI MADS
ing. Paco Ferrante, ing. Ermanno Simonati – responsabili co-progettazione esecutiva e rapporto con gli enti locali
arch. Sergio Vesselli – coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione
arch. Silvia Meterc, ing. Elisa Raffaelli – assistenti al CSE
La progettazione del nuovo Museo del Mare di Trieste presso il Magazzino 26 si inserisce all’interno del più ampio piano di recupero funzionale del Porto Vecchio di Trieste, una vasta area tutelata, recentemente acquisita dal Comune a seguito della sdemanializzazione della vecchia e suggestiva circoscrizione portuale di Trieste sita nella parte Ovest della città, in fase di riqualificazione.
Lo studio MADS & Associati insieme agli altri studi triestini SGM Consulting srl – Società di Ingegneria e all’Ing. Paco Ferrante, fanno parte del raggruppamento guidato dall’architetto sivigliano Guillermo Vasquez Consuegra che, con Politecnica e Cooprogetti, si è aggiudicato la gara internazionale bandita dal Comune di Trieste per la trasformazione di circa 20 mila metri quadrati del Magazzino 26 in Museo del Mare della città.
L’obiettivo dell’idea progettuale è quello di conferire al museo una dimensione internazionale senza tradire il forte carattere identitario del luogo, esaltandone piuttosto il suo valore storico e funzionale all’interno del contesto urbano triestino. La prima scelta a livello metodologico è stata quella di estendere l’area museale fuori dal museo, allo spazio pubblico circostante, e di collegare quest’ultimo al resto della città, in modo da garantire un coinvolgimento del museo alla vita cittadina.
Tra i punti focali del museo emergeranno in tutta la loro valenza storica (locale e nazionale) i resti della Nave Elettra di Guglielmo Marconi- attualmente poco valorizzati e dislocati in luoghi distinti della città – perfettamente funzionali al collegamento tra interno ed esterno del museo e tra il museo e il mare, la cui vicinanza è mascherata dalla presenza di due ulteriori magazzini interposti.
La relazione spaziale di continuità tra esterno ed interno, verrà estesa anche alla spazialità verticale tra i diversi livelli del museo, dal livello basale alla copertura, con la rimozione parziale di alcuni solai per permettere un sistema di prospettive e affacci sempre differenti sullo spazio centrale e garantire l’illuminazione naturale degli ambienti sottostanti grazie alla apertura di un nuovo lucernario.
Il concept museografico ruota attorno all’idea di valorizzare la spazialità degli ambienti esistenti, in cui mantenere la struttura e le murature esistenti libere da allestimenti museali o espositivi, e dove l’itinerario di visita sia evocativo e coerente con le collezioni esposte, permettendo al visitatore di muoversi attraverso le sezioni tematiche come lungo un racconto lineare inserito in un’unica cornice narrativa, coadiuvata dalla tecnologia e della realtà aumentata e multimediale.
Per approfondire:
Comune di Trieste, Porto Vecchio
Edilizia e Territorio, periodico del Sole24Ore
Adriatic Sea Network, portale di economia dell’Alto Adriatico